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Celebrare il ritorno del Sole: il Sabbat di Yule

Nel mese di Dicembre, ci prepariamo a festeggiare il Natale, una festività che ci ricorda l’importanza della famiglia e del calore dei nostri amici.

In questo periodo, siamo soliti stringerci intorno ai nostri cari, addobbare l’albero, scambiarci dei doni e preparare il cibo da condividere con i nostri familiari. Questa tradizione, divenuta cristiana intorno al IX secolo d.C., un tempo apparteneva alle popolazioni nordiche ed era nota come Yule, la festa del Sole che inverte il suo moto e ritorna a splendere più alto e più a lungo nelle nostre giornate.

Cosa si celebra esattamente durante Yule? Quali sono le tradizioni legate a questa festività e che cos’ha in comune con il Natale cristiano?

Le origini di Yule

Yule, o “Yuletide” è una festività storicamente osservata dalle popolazioni germaniche. Sebbene l’etimologia del nome sia ancora dibattuta, l’ipotesi più accertata è che Yule sia proprio il nome del mese di dicembre, o meglio, del periodo che nel nostro calendario è compreso tra il 21 dicembre e i primi giorni di gennaio.

Secondo un’altra teoria, la radice “iol” deriverebbe da uno dei nomi associati al dio Odino, iolne.

Anticamente, infatti, questo periodo era associato al mito della Caccia Selvaggia, secondo cui un corteo di esseri sovrannaturali capitanati dal dio Odino si abbatterebbe sulla terra per condurre una violenta battuta di caccia con tanto di cavalli e segugi al seguito.

Stando alla tradizione norrena, questo evento mitologico catasatrofico avrebbe luogo proprio durante i dodici giorni che seguono il solstizio di inverno e normalmente essere testimoni della caccia è considerato un presagio di morte e sciagura.

[Ma direi che ci fermiamo qui, con le sciagure, perché ne abbiamo già avute abbastanza per quest’anno, no?]

Dicevamo. Yule era una festività antichissima che i popoli nordici osservavano da millenni…

Finché, nel nono secolo d.C., i cristiani cominciarono a riformare la Norvegia e le regioni nordiche. In questo modo, la festività fu lentamente cancellata dal calendario e assimilata a quella che oggi conosciamo come Natale.

Il ritorno della Luce

Secondo la tradizione neopagana, con Yule si festeggia la rinascita e il ritorno della Luce, o del dio Sole.

[Leggi anche YULE: I RITUALI E I SIMBOLI DELLA FESTA PAGANA DELLA LUCE]

Se ricordate, a Samhain onoriamo, celebriamo e accogliamo con favore il ritorno dell’oscurità. Samhain rappresenta quel punto liminale tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra. In questo momento, riconosciamo che tutti gli inizi emergono dall’oscurità. Nel giorno del Solstizio d’Inverno tocchiamo la profondità di quelle tenebre con la notte più lunga dell’anno. L’oscurità ha qui raggiunto il suo apice.

Ci chiediamo: quanto a lungo dureranno queste tenebre? La Terra continuerà a diventare sempre più scura e più fredda man mano che il Sole scompare a sud? Rimarrà solo l’oscurità?

A Yule, però, accade una cosa meravigliosa: il Sole interrompe il suo declino e per alcuni giorni sorge più o meno nello stesso punto. Si tratta di un momento cruciale, una cuspide tra gli eventi: il Sole si ferma e tutti aspettano la svolta.

Sappiamo che la luce tornerà anche se non ne siamo del tutto sicuri, perché siamo ancora avvolti dall’oscurità. Però, lo speriamo. Viviamo tutti momenti di totale oscurità e a volte perdiamo la strada perché non sappiamo quanto a lungo dovremo attendere prima che la luce ritorni nelle nostre vite.

Ma anche l’Universo ha i suoi momenti, ci capisce così profondamente proprio perché governa e vive le nostre stesse tensioni. Così, il sole nella sua ascesa verso Nord rappresenta il ritorno della luce. Ed è questo che rappresenta Yule nella sua essenza più profonda.
Nel mondo, nelle nostre vite, la luce ritorna.

E questo è qualcosa che vale davvero la pena di celebrare, ora e sempre. No?

Foto: Pinterest

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