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Yoga e Tarocchi – Il Matto e Camatkarasana

Vorrei iniziare questo viaggio partendo dal principio. Un principio che però non si colloca in un tempo ben definito. Un principio che non reca con sé un numero, né una forma ben definita, ma solo l’impronta di un’energia ancestrale, primigenia, la stessa energia che ha dato origine al Creato e che – dopo miliardi di anni – continua a permeare ogni forma di vita sulla Terra e nell’intero Universo. 

Il Matto – Analisi, Simbolismo, Significato ed Energie

Il Matto è il primo degli arcani maggiori e, secondo la tradizione dei Tarocchi di Marsiglia, rappresenta proprio l’inizio di un profondo viaggio introspettivo che si concluderà con la realizzazione suprema dell’arcano XXII, Il Mondo. Il Matto rappresenta l’energia originaria, un’energia che non ha limiti, né barriere, ma che esiste al di là del tempo e dello spazio. Per questo motivo, nei mazzi dei Tarocchi tradizionali, non viene mai indicato con un numero. D’altronde, così molte cosmogonie spesso definisco l’energia creatrice: atemporale, senza precedenti. Un’energia con una tale forza ha il potere di manifestare tutto ciò che desidera, ma questo accade nel momento in cui le si riconosce uno scopo, una direzione che corrisponda alla propria natura più profonda. Se invece questa energia viene lasciata allo sbando, se non viene guidata da un sentire superiore, se non trova un canale creativo in cui esprimersi, rischia di disperdersi, di esaurirsi nel nulla. 

Il Matto, lo si vede già dal suo incedere, si sta incamminando verso un viaggio. E lui è proprio questo: un esploratore, un viandante, un viaggiatore che vaga per il mondo senza meta, legami, né destinazione. Chi è? Un pellegrino? Un nomade? O semplicemente una creatura guidata da un’energia talmente forte da tenerlo sempre in movimento? Alla costante ricerca di nuovi progetti, esperienze o avventure da caricare con la sua sconfinata energia creatrice? Certo è che il Matto sia una creatura assolutamente libera, svincolata da qualsiasi tipo di giudizio. Un Essere che ha fatto del movimento, del cambiamento, dell’evoluzione e della trasformazione la sua vera missione. Lui si muove senza timore, lo sguardo dritto verso la strada che l’attende. Non si guarda indietro, non bada alla creatura inconsapevole che, da dietro, cerca di ostacolarlo e di trattenerlo. Lui va, sicuro, a passo risoluto, lungo la sua strada, consapevole di non avere attaccamenti, né mentali, né tantomeno terreni. 

Il suo incedere è guidato da una maturità divina, che non segue più le imposizioni egoiche, ma si muove consapevolmente e secondo coscienza. Infatti, il Matto è pura Coscienza, ed essa è l’unica cosa che porta con sé lungo il viaggio, poiché non ha bisogno d’altro per attraversare le sfide della vita. Solo l’essenziale: presenza, consapevolezza e l’immancabile impulso vitale che tutto crea. Se questo impulso vitale non esistesse, se vivessimo una vita priva di rischi, se non seguissimo i nostri istinti più profondi, rischieremmo di non intraprenderlo mai, questo viaggio iniziatico. 

Il Matto invita a riconoscere e accogliere in noi quell’impulso creativo che ha origine divina, la cui direzione è quella dell’espressività pura, della follia sacra che alberga in ciascuno di noi. Esser “matti” non significa perdere la ragione, ma rompere gli schemi con il passato e lasciarsi andare alla propria vera natura.

Camatkarasana – La cosa selvaggia

La traduzione letterale di Camatkarasana dal sanscrito è: “L’estatico dispiegarsi di un cuore rapito”. Come non avrei potuto trovare una profonda connessione energetica con l’arcano del Matto? Camatkarasana favorisce prima d’ogni cosa l’apertura del cuore e fa sì che il petto protenda verso l’alto, quasi a volersi lasciar toccare da corde divine. 

La mano poggia sul tappetino, per sostenere il corpo nella posizione, mentre l’altra si estende verso l’alto. Un asana che rispecchia profondamente la natura dell’animo umano, in equilibrio tra Cielo e Terra, tra Corpo e Spirito, tra Manifesto e Non Manifesto. 

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Questa posizione sprigiona un’energia pura, antica, libera dai vincoli e delle catene dell’Ego. Un’energia che permette di connettersi profondamente con le vibrazioni del Creato, pur mantenendo dei punti di contatto con la Terra, in un movimento fluido che ricorda proprio quello di una danza estatica. Per chi si approccia a questo asana per la prima volta, potrà trovarla di difficile esecuzione. In genere, si tratta di una posizione di transizione e il suo livello di difficoltà dipende in buona misura da noi, dal nostro grado di flessibilità e da quanto siamo presenti e consapevoli durante la pratica. 

È una posizione che trasuda eleganza, forza, una particolare bellezza e si caratterizza per la sua capacità di restituirci per qualche momento un assaggio della nostra energia selvaggia, ancestrale. Un’energia che, anche se per qualche istante, ci riporta nelle più remote profondità della nostra anima antica, ricordandoci che in noi alberga la stessa energia che ha dato origine al Creato. Così come il dio Shiva ha dato vita al mondo danzando, il dinamismo di questo asana ci ricorda che è il movimento a consentirci di creare la realtà dei nostri sogni. Allo stesso modo, tra gli alti e i bassi della vita, fermarsi, anche in bilico tra cielo e terra, ci permette di praticare presenza e assaporare il brivido dell’energia vitale che scorre nelle nostre vene e permea non solo il nostro corpo, ma l’Universo intero. 

Se il Matto e La Cosa Selvaggia potessero parlare

Così, il Matto e La Cosa Selvaggia diventano due alleati energetici, cosmogonici. L’uno, rappresenta le energie intrinseche, inconsce, sotterranee; l’altra le risveglia e le mette in moto attraverso un sinuoso movimento del corpo. 

Ho provato a immaginare cosa potrebbero dire, Il Matto e La cosa Selvaggia, se fossero in grado di parlare, così vi riporto un messaggio canalizzato per voi, da parte loro.

Un messaggio dal Matto

“Io sono Energia. È l’istinto primordiale a dettare il mio incedere su questa Terra. Il mio viaggio ha inizio proprio qui, dal Principio Creatore, dal seme primigenio che ha dato origine a questa e a tutte le dimensioni Cosmiche. In quanto pura Essenza, mi incammino lungo il mio percorso senza una direzione ragionata, se non quella che conduce alla più pura e profonda realizzazione della mia ancestrale natura. Il Cuore indica la strada, il mio sguardo fisso conosce già la direzione da seguire. Sono tutte e nessuna, poiché la via si dispiega da me e per me. Sono io a definire la strada, io sono la via, poiché io incarno l’energia che la crea.”

Un messaggio dalla Cosa Selvaggia

“Qui io sto, in apertura, ricettiva. Come un’antenna il cui compito è quello di ricevere e trasmettere verso l’esterno le frequenze delle sfere più alte. Non chiederti come, non chiederti perché. Il mio agire non riconosce gli schemi della mente, si esprime senza giudizio e senza filtri. Io sono qui per vivere nell’estasi, nella bellezza e per la bellezza, di cui la Natura è permeata. Io mi esprimo senza barriere. Intraprendo questo viaggio sostenuta dalla forza del mio istinto, che mi invita ad affrontare le sfide della vita rimanendo sempre fedele alla mia reale Natura, alla mia reale Essenza. Questa sono io: sono la Follia, sono il Caos, sono l’Entropia, sono il Seme in cui si incarnano i riflessi di Madre Natura. Selvaggia, eppur perfetta, io sono Unica e l’Universo ha scelto me, proprio me, per ricordarti che tu, proprio tu, seppur una minuscola goccia d’acqua nell’Oceano del Cosmo, contieni in te l’Infinito. Non dimenticare mai il Divino che alberga in te”.

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